i segreti del manichino
La parola manichino deriva dall’olandese “manneke” che significa piccolo uomo, che poi si evolve nella parola francese “mannequin”. I precedenti dei manichini sembrano risalire già al 1500, figure in somiglianza di Madonne o sacre , da usare nelle rappresentazioni mentre nel 700 , nella sartoria si utilizzavano delle piccole figure, quasi delle bambole dove in scala presentare le creazioni. A Venezia i manichini erano chiamati “piavole de Franza”, bambole. Alla metà del 1800 quando nascono i primi department store con le prime vetrine come spazio proprio e l’uso della luce artificiale, si diffonde l’uso dei manichini antropomorfi per presentare gli abiti alla moda, realizzati con diversi materiali come la cera , la cartapesta il legno. I volti compaiono a integrare i manichini sartoriali. Spesso i tratti del viso sono ispirati o imitano le personalità del tempo, con effetto di attrazione e interesse . In questo periodo il manichino è un semplice supporto, a volte è una sagoma senza testa, spesso in fil di ferro o vimini. E’ solo a partire dai primi del 900 , che il manichino si struttura e ha una maggiore diffusione , mentre si sperimentano nuovi materiali. Negli anni venti debuttano anche figure maschili e i volti , il “trucco e parrucco” riflettono le caratteristiche del tempo. Gli anni 40 sono caratterizzate da forme austere , riflesso del periodo bellico mentre la rinascita del dopoguerra si esprime in pose ed espressioni più sorridenti e forme in carne. A partire dagli anni 70 anni 80 con la diffusione e lo sviluppo di punti vendita mono-marca il manichino viene personalizzato dai brand e in alcuni casi disegnato personalmente dagli stilisti. con il risultato che alcuni sono delle vere e proprie opere d’arte dove l’estetica prevale sulla funzionalità. Il manichino aiuta la rotazione del prodotto, capi e accessori esposti sul manichino si vendono 4 volte in più di altre esposizioni . La figura antropomorfa , il volto catturano l’attenzione immediata in vetrina e animando il lay out all’interno dello store , il cliente si deve identificare quindi il primo segreto è costruire un manichino sul target , con taglie, struttura fisica , caratteristiche adatta al mercato di riferimento.
Personalizzazione vuol dire che devono riflettere per stile, pose , colori, materiali il brand e il mood delle collezioni. C’è la possibilità di fare dei “refresh” intervenendo anche con delle vernici per rinnovare la texture. Manutenzione : cura del dettaglio e maneggiare con cura uno strumento così importante e a volte delicato . Formazione sulle vestizioni , ma su come smontare e montare correttamente un manichino, sul come posizionare perfettamente” trucco e parrucco.” Interazione, in vetrina e in store si creano dei gruppi di manichini , che devono interagire nelle pose tra loro , quindi attenzione alla composizione. Si possono acquistare manichini meravigliosi , ma se disposti male troppo distanti o senza rispettare raggruppamenti o tridimensionalità il risultato è scarso. Una buona pratica è acquistare i manichini in gruppi dispari e già pensando a come farli interagire tra loro.
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