dettagli dello stand Herno a Pitti Uomo

Allestimenti e ispirazioni a Pitti Immagine Uomo 107

I Visual Merchandiser trovano ispirazioni , materiali, trend, soluzioni da eventi e fiere. Sono belle occasioni per creare o ritrovare contatti , scoprire le novità dei brand e anche capire come stanno andando i settori di interesse. Gli allestimenti effimeri, come per gli stand in Fiera , per eventi , campagne in showroom o nella progettazione di pop up store sono occasioni per creare esperienze coinvolgenti ed immersive per i brand. In questo post condivido gli spunti di una mia visita all’ Edizione numero 107 di Pitti Uomo, organizzato da Pitti Immagine a Firenze alla Fortezza da Basso.  

Progettare l’allestimento 

I criteri di Visual Merchandising per allestire uno stand in Fiera sono legati agli obiettivi prevalenti che il brand vuole raggiungere con la presenza ad esempio:

  • lanciare nuove linee, prodotti, materiali 
  • aumentare la notorietà del brand e attraverso la narrazione di storia e valori 
  • trovare nuovi canali distributivi e partner 

Naturalmente alcuni obiettivi possono convivere all’interno dello stesso spazio, ma avere chiare le priorità determina il concept generale dello spazio. Altro elemento da tenere presente è che il target dei visitatori in Fiera è composto da stampa, buyer,retailer ma in alcuni casi anche da un pubblico di studenti o consumatori, appassionati che sono animati da curiosità non professionale. Questo è molto semplice da stabilire raccogliendo il maggior numero di informazioni possibili da chi organizza l’evento.  I criteri espositivi saranno poi guidati da location, dimensioni, struttura, acessi, posizione all’interno della Fiera e naturalmente dal budget disponibile. E’ importante nella scelta della location non solo studiare il layout ed i percorsi della Fiera, i punti di interesse come spazi per meeting o aree food. Le dimensioni dello stand sono determinate anche dagli eventi che si progettano in Fiera: incontri con la stampa, i partner, sfilate. 

Personalizzare lo stand  

Visitare una Fiera vuol dire essere a volte con poco tempo a disposizione vedere moltissimi stand,  il Visual Merchandiser o il visitatore in generale opera delle scelte, magari cercando prima gli stand dei marchi più importanti o fermandosi davanti ad allestimenti di impatto. In Pitti Uomo 107, nella mia scelta ho privilegiato gli spazi stand alone, location dove i brand potevano creare installazioni e personalizzazioni fino dall’esterno.   

dettagli dello stand Herno a Pitti Uomo

Esterno ed interno dello stand Herno a Pitti Uomo 107

Ho apprezzato  stand più piccoli di i brand che avevano personalizzato lo spazio scelto con allestimenti che raccontavano valori, davano informazioni su materiali, esaltavano nuove linee e prodotti. È un modo efficace per colpire l‘attenzione, farsi ricordare, racchiudere in un luogo / spazio limitato il mondo del brand. 

Creare Esperienze immersive e sorprendenti

Lo stand in Fiera deve creare esperienze immersive nel mondo del brand, ricorrendo alla stimolazione multi-sensoriale, luci, profumi, musica rendono più coinvolgente la visita, aumentano il tempo di permanenza. Un allestimento curato in ogni dettaglio e sorprendente avrà risonanza stampa, resterà impresso a lungo e trasformerà i visitatori in media, attraverso la condivisione spontanea sui social. Tra gli stand visitati in Pitti Uomo è il mio preferito in assoluto resta G-STAR , brand olandese di denim con l’istallazione “Digging to the Future.”, qui il link al video.

 
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G-STAR , “Digging to the Future”

Sintetizzo in 3 ragioni principali:

  • la qualità del progetto e dell’allestimento
  • la coerenza 
  • l’esperienza immersiva e coinvolgente 

La qualità del progetto e dell’allestimento 

“Digging to the Future” è un progetto, con un obiettivo chiaro far crescere notorietà e reputazione del brand G-STAR, nato nel 1988 e che possiede uno straordinario archivio di oltre 50.000 capi iconici vintage, che rappresentano passato ed ispirazione, ma si agganciano al futuro e il marchio racconta nuove storie. L’allestimento coerentemente con il DNA del brand che si è sempre relazionato con il mondo dell’arte era un’istallazione, l’uso della luce teatrale sui singoli pezzi, ma in un armonico gioco di chiari e ombre che attirava nell’insieme, la serialità e la ripetizione, gli stessi supporti, i pezzi diversi ma tutti pantaloni jeans, un insieme fatto di dettagli curatissimi.  

 

G-STAR "Digging to The Future" , Pitti Immagine

G-STAR “Digging to The Future” , Pitti Immagine , credits Press Office pitti Immagine

 

La coerenza 

Il primo punto è la scelta di un allestimento museale, coerente con le ispirazioni del brand, che ha il claim “Art of Denim” e realizzato per conseguire obiettivi di branding, non fine a sé stesso ma strumento. Inoltre il titolo dell’installazione si rifà allo scavare e quindi sia nel video di comunicazione che nella comunicazione attorno allo stand troviamo una pala che scava la terra, alla ricerca di radici immaginarie. 

Esperienza immersiva e emozionante

Entrare nello stand era fare un viaggio sorprendente, la sensazione era quella di entrare nel cuore di un luogo antico, so che il paragone è strano ma la memoria gioca strani scherzi è quella che ho provato entrando nella Cisterna Bizantina di Istambul, ed è il fatto che si sono attivati ricordi così lontani è incredibile, vuol dire che tutti i sensi sono stati coinvolti, Daniel Kahnemman, il cui contributo è fondamentale per le neuroscienze, parlerebbe di Sistema 1. Fondamentale è stato il ruolo della musica, un quintetto d’archi che dal vivo suonava, un repertorio classico. Ora in Fiera cosa che ha reso piacevole il percorso la musica era ovunque, ma altri generi. Nello spazio di G-RAW era spiazzante in senso positivo, un contrasto tra la matericità del denim, con lavorazioni particolari e la lievità dei musicisti da vivo. Impressionante! 

Storie di materiali e nuove linee 

A Pitti Uomo 107 alcuni marchi avevano l’obiettivo di presentare nuove linee di abbigliamento o far conoscere meglio attraverso un allestimento orientato ad edu-taitement e info-taitement materiali e prodotti. Scelgo per concludere questo post due esempi: Ecoalf e Macron. Ecoalf brand spagnolo nato nel 2009 con la chiara missione di realizzare capi e accessori sostenibili con qualità materiali e di design eccellenti, ha presento in Fiera capi in lana riciclata al 100% morbidi come cachemire e le sneaker in Pet che proviene dalla raccolta di plastica dagli oceani, la campagna, Upcycling the Oceans partita nel 2015 è iniziativa importantissima del marchio, che ogni anno coinvolge nuove aree e partner. L‘allestimento era chiaro ed immediato.

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Ecoalf a Pitti Uomo 107

Macron è un iconico marchio italiano di abbigliamento sportivo con alte prestazioni tecniche che veste più di 90  Club Professionisti, squadre nazionali e Federazioni Sportive, con una presenza internazionale molto rilevante ed una grande crescita a Pitti Uomo 107 ha presentato la linea CluBHouse , all’insegna dell’Athleisure  che coniuga sport e lifestyle, con uno stand impattante ed un’istallazione all’ingresso della Fortezza da Basso. 

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Lo stand Macron

Spero che questo post sia uno stimolo a visitare Fiere di settori ed eventi per conoscere cosa fanno i marchi, i trend e sopratutto trovare nuovi stimoli e ispirazioni per Visual Merchandising e Retail , se vuoi approfondire  scrivimi o lascia un commento, mi fa sempre piacere  condividere contenuti e confrontarmi. 

Starbucks Milano: 3 idee da prendere al volo

Avevo grandi curiosità per l’apertura di Starbucks a Milano.    In questo post troverete la mia analisi. 3  punti, idee da prendere al volo. Starbucks Milano, con   format Roastery Reserve è una bella “case history” per il Retail.

Milano capitale del “food”?

Con l’apertura di Starbucks Reserve Roastery, format presente a Seattle e Shanghai, Milano conferma il luogo di destinazione per il “food”. Qui si sperimenta,  si creano modelli, anche esportabili.  Nascono idee, catene e contaminazioni, ogni giorno. Milano è una meta immancabile per chi si occupa di visual merchandising, design e marketing nel settore. Ad  ci sarà la prima Wine Week, dal 7 al 14, una settimana perfetta per fare un “visual tour”.

Starbucks Milano: la location

Nel cuore di Piazza Cordusio, a pochi passi dal Duomo e vicino al Castello Sforzesco,  nell’ex Palazzo delle Poste,  ha aperto la Starbucks  Reserve Roastery. La superficie è imponente:  2300 mq. dedicati al caffè e  sopratutto luogo di esperienze immersive.  Tutto nel concept,  dai materiali,  alle lavorazioni,  ai dettagli curatissimi rimanda al “Made in Italy”. Nel percorso sono inseriti elementi costruiti vicino a Milano o direttamente in store, come la tostatrice Scolari o il forno a legna, nella bakery Princi. Con Princi, il “fornaio di Milano”, Starbucks collabora dal 2016. I prodotti sono inseriti  nelle Roastery di Shanghai e Seattle e nel Reserve Store dentro la Sede di Starbucks.  Starbucks valorizza anche l’esterno, con una terrazza ispirata all’atmosfera delle caffetterie europee. Interessante la comunicazione  “large format”: gli edifici circostanti sono stati “wrappati” rivestiti, con  informazione sui paesi produttori di caffè. Il logo, la sirena di Starbucks è rappresentato in una statua di marmo di Carrara, realizzato dallo scultore Giovanni Balderi.

Le 3 lezioni, principali di Starbucks Milano

Questa attesa apertura offre molti spunti, condivido con voi gli elementi che mi hanno colpito di più:

  1. Education e intrattenimento
  2. Analisi del contesto e genius loci
  3. Valori e legame con la comunità

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Allestire lo showroom

Quali sono i principi per il visual merchandising del settore casa? Una  case history: lo showroom Leroy Merlin di Corsico, risposte e consigli. 

Visual merchandising per la casa

Il visual merchandising è mettere in relazione prodotti e cliente attraverso il senso della vista. Suscitare desideri d’acquisto attraverso le emozioni. Ogni scelta di visual merchandising in vetrina e in store deve mettere il cliente al centro.  Le regole base sono trasversali ai settori e ai contesti: store, corner , showroom , pop up  store o evento. Per un visual merchandiser il passaggio da un settore merceologico ad un altro è grande opportunità di crescita professionale.

Un consiglio per i visual merchandiser

Il mio suggerimento, quando si lavora in un nuovo settore merceologico,  è informarsi sul mercato, sulle caratteristiche del prodotto, sul calendario commerciale, sui canali distributivi. Un elemento importante per sviluppare la creatività: web, le fiere di settore, libri e riviste,  visual tour e  l’analisi  di “case history” eccellenti e innovative. Le immagini , la cultura visiva sono gli strumenti del visual merchandiser. Dal mio punto di vista c’è un settore dove l’attenzione al visual merchandising  è in crescità e offre molte ed interessanti opportunità, il mondo home :arredamento, complementi, biancheria e tessuti, illuminazione, oggettistica e decorazione, elettrodomestici, quindi  un settore ampio  e stimolante.

Il cliente al centro

Le emozioni nel visual merchandising del mondo casa hanno un ruolo fondamentale. Nell’allestire uno showroom di piastrelle , di tessuti , un negozio di biancheria per la casa o di oggettistica per la tavola ,  il primo punto è pensare alla destinazione d’uso. La casa,  la nostra abitazione è il luogo più intimo per ognuno di noi,   è anche luogo sociale quando condividiamo lo spazio con amici e famigliari. Per un numero crescente di persone è  luogo di lavoro.   Un dettaglio , imparato sul campo, nel mondo “home”,  il cliente non è solo il consumatore finale. Gli addetti ai lavori: interior design, architetti, imprese, artigiani visitano negozi e showroom, proprio questa particolarità influenza le scelte espositive e la comunicazione.

Case History : lo showroom Leroy Merlin a Corsico

Ho visitato come cliente lo showroom Leroy Merlin di Corsico, aperto lo scorso autunno e come esperta di visual merchandising l’allestimento mi ha incuriosito e attratto. Come grande superficie inserita in un parco commerciale  lo showroom non ha vetrine , ma è il building stesso ad attrarre : insegna, banner, directory. Bianco e verde le cromie prevalenti. Il visual merchandising  si concentra  all’interno,  nel lay out dello showroom.

Il concept dello showroom

Ampia la superficie, sono 2000 mq. Il concept dello showroom presenta elementi di innovazione . Il lay out  mixa elementi funzionali ed  emozionali . Il percorso è chiaro e fruibile , anche grazie all’alternanza tra punti focali e punti display.  L’illuminazione gioca un ruolo importante, valorizza sia gli spazi di ambientazione che la lettura dei singoli prodotti e materiali.


Lay out

Lo spazio è suddiviso in 5 aree ispirazionali

  1.  cucina
  2.  bagno
  3.  pavimenti e  rivestimenti
  4. serramenti
  5.  cabine armadio

Ogni zona presenta degli ambienti realizzati con stili diversi,  che aiutano nella scelta e stimolano idee e desideri. Gli ambienti seguono i trend del design.  Ottimo l’uso del materiale P.O.P : bilanciato ben posizionato, chiarisce le caratteristiche dei prodotti, mentre immagini altra comunicazione, fanno leva sulle emozioni. Nel visual merchandising del settore casa, il riferimento a stili  di vita e modi di abitare permettono un’immediata identificazione  tra cliente e prodotto. L’allestimento comunica sia con il consumatore finale  che con gli addetti ai lavori .

Spazio per la consulenza

Nel settore home, oltre al visual merchandising il ruolo della consulenza è fondamentale.  Comperare   un set di asciugamani è facile ed è vendita di impulso, ristrutturare un bagno se non si è addetti ai lavori o maghi del bricolage,  una scelta complessa. Lo showroom Leroy Merlin offre consulenza su ” misura”,  con un team  qualificato e specializzato nelle diverse aree. Lo spazio dell’ “Agorà”, centrale nel lay out è l‘area dedicata proprio allo sviluppo della consulenza su “misura”, il cuore dello showroom . Gli spazi sono confortevoli e accoglienti, con una zona relax .

 

 

 

Colore: le scelte nel visual merchandising

Il colore è un elemento importantissimo nel visual merchandising. In questo post i miei consigli per l’uso , in vetrina e in store.

Conoscere il colore è un elemento importante nel bagaglio di conoscenze di un visual merchandiser, le scelte cromatiche in vetrina e all’interno dello store trasmettono emozioni immediate, valorizzano i prodotti esposti, guidano il percorso. Il colore è elemento fondante dell’identità del brand. La foto che apre è l’esterno della nuova boutique di  Lorena Antoniazzi a Ibiza. Il brand umbro specializzato in cachimire sceglie un concept dominato dal bianco per esprimere il “mood ” dell’Isla. Un ottimo esempio di come la scelta colore parta anche dalla location.

Visual merchandising e scelte cromatiche

Il visual merchandiser in vetrina fa scelte cromatiche con questi obiettivi :

  • Attrarre e per provocare nei clienti emozioni e differenti percezioni.
  • Comunicare un tema / un messaggio anche in assenza di una decorazione.
  •  Valorizzare le caratteristiche dei prodotti.

Nel progettare concept o il lay out delle attrezzature, sono da considerare:

  • L’effetto ottico e i materiali
  • La leggibilità del prodotto
  • L’effetto fisico ed emotivo
  • I trend
  • l’immagine del brand
  • Il target

Nell’ultimo retail tour , una vetrina Tod’s con giallo e arancio

5   consigli per la scegliere

Ruth Adler Schnee , una grande artista tessile del ‘900, ha detto “Il colore dipinge mille  parole. Bisogna  scegliere le parole con cura”. Ecco i  miei 5  consigli:

  1. Il significato del colore non è universale, dipende dalla cultura.
  2. Le attrezzature devono essere personalizzate, scenografiche e originali ma non prevaricare sul prodotto.
  3. Il colore non è mai da solo, ma sempre in relazione con altri, reciproche influenze di contrasti o armonie che il visual merchandiser deve conoscere e utilizzare.
  4. Luce e colore sono parte della stessa esperienza visiva.
  5. Le scelte cromatiche di un display dipendono dall’effetto che si vuole ottenere .  I colori caldi catturano immediatamente l’attenzione, mentre i freddi spingono lo sguardo in profondità.

Nei miei workshop una domanda frequente è : ” Qual è il colore giusto per il mio store? ”   o ”  In parete è meglio partire dai colori più scuri in alto o dai più chiari? Approfondisco il contesto con domande sulle caratteristiche fisiche dello spazio, delle attrezzature. Materiali , altezze dello spazio e delle strutture espositive condizionano la scelta , così come le dimensioni , i volumi , le caratteristiche fisiche e la quantità dei prodotti da esporre. Il colore ci viene in aiuto anche quando abbiamo tanti oggetti diversi da esporre. Un accordo mono-cromatico, è perfetto per dare unità a  prodotti con forme, volumi, grandezze diverse. Una varietà  invece, idealmente un’ampia cartella,  rende attraente anche un display che presenta un solo tipo di articolo, come una polo o una t-shirt basica o nel mondo casa una parete di lenzuola tinta unita o l’esposizione della spugna.

Architettura e sfide per il retail

Qual’è il rapporto tra architettura e retail? In questo post partiamo dalle sfide più importanti che il retail affronta , con una  “case history” in un settore molto dinamico il mondo del “beauty”.

Il retail  affronta  molte sfide:  attenzione alla sostenibilità  e integrazione tra spazio fisico reale e on line. L’architettura, la progettazione in store aiutano il retail a cogliere queste sfide.  Architettura sostenibile vuol dire , semplificando attenzione a materiali usati, impatto energetico, cantiere e relazione con chi costruisce lo store . Proporre l’integrazione tra off line e on line vuol dire offrire al cliente esperienze digitali e di “smart tecnology“. Fashion, beauty, settori dove i concept si evolvono e rinnovano più velocemente presentano “case history” molto interessanti . L’ultima, in ordine di tempo, è l’apertura del nuovo store  KIKO   a Bologna , il progetto è dell’architetto giapponese Kengo Kuma , che aveva già firmato lo store KIKO  nel Centro Commerciale di Orio al Serio  e  dell’apertura di Hong Kong.

Architettura e retail : Kiko a Bologna

architettura e retail

Kiko a Bologna

Lo store si sviluppa su di una superficie di c.c. 60 mq. La location è prestigiosa Via Indipendenza, dove i portici sono un elemento di architettura urbana.  Smart Technology, Design e Social Community sono le parole chiave di questo concept, caratterizzato da spazi aperti e ariosi , dominati dal colore  bianco, perfetto per la presentazione del coloratissimo make up.  La neutralità del colore permette la leggibilità del prodotto beauty.  La ricerca di un’architettura sostenibile è  espressa , con l’inserimento di  materiali di recupero da  scarti di lavorazione industriale e da riciclo di materie prime post consumo. Per la realizzazione di arredi e finiture sono state scelte aziende locali. Una sorta di km zero per i fornitori , con una riduzione anche del consumo per i trasporti.   Lo store ha sistemi di illuminazione e riscaldamento/raffrescamento ad alta efficienza, per un minore consumo energetico.

Architettura e Digital

La sfida di integrare on line e off line è rappresentata  dall’uso della tecnologia smart oriented utilizzata nello store, per un’esperienza digitale, i clienti possono  utilizzare degli iPad  con applicazione ad hoc per avere suggerimenti sulla scelta del prodotto più adatto alle proprie esigenze e realizzare diversi tipi di make up. Nello store è presente  un’area social all’interno del negozio. Un’architettura molto in linea con il target di KIKO e con le sfide del retail.

 

 

L’arte del profumo

Merchant of Venice: l’arte del profumo

Il profumo emoziona , sollecitando l’olfatto il nostro senso più antico  e interagisce con la memoria di lunga durata .  Il marketing olfattivo è elemento della shopping experience , ottiene effetti immediati sui comportamenti in store ed aumenta la percezione e riconoscibilità di un punto vendita o un brand nel tempo. Il profumo  ha una lunga storia e parla di mondi lontani , fa sognare, immaginare e ricordare . La storia del profumo passa attraverso luoghi e città , una di queste è Venezia la mia città, porta d’oriente e crocevia di scambi e storie.

Il post è dedicato ad    un  brand veneziano di profumeria artistica The Merchant of Venice,  http://www.themerchantofvenice.it/it/   che ha aperto a luglio  un nuovo punto vendita a  Verona , in Corso Sant’Anastasia 10 nei pressi della prestigiosa Piazza dei Signori. Continua a leggere

L’arte dei BIJOU

Una mostra, “L’ARTE DEL BIJOU ITALIANO” a Palazzo Reale, Milano  ci permette di parlare su come esporre i bijou. Sono accessori, che completano il look  e raccontano la nostra personalità.   Sono spesso oggetti d‘arte e di design,  segnano i cambiamenti del gusto e dei tempi. Un  visual merchandiser sa che gli accessori aiutano a completare un out-fit , brillano in vetrina, vestono un manichino e creano desideri. Sono accessori strategici . Se non siete specialisti del settore, per favore non eccedete . Gli accessori e i bijou valorizzano un capo di abbigliamento una vestizione , ma non devono prevalere, mai.

Visual merchandising per il bijou 

Siete un negozio, che vende bijou o gioielli? Ecco allora le leve strategiche da usare per presentare al meglio e vendere i vostri prodotti:

  1. strutture espositive
  2. luce
  3. colori e materiali
  4. presentazione per gruppi

Le strutture espositive per i bijou e i gioielli,  che sono articoli   freddi  https://www.milanretailstore.com/visual-merchandising-per-la-casa/ , come quelle utilizzate nella foto sono fanno la differenza.

Collana Versace

Versace Collana Conchiglie e stelle marine metallo dorato, strass Mostra “L’ Arte del bijou italiano”

                             

 

Valorizzano il prodotto e lo portano verso gli occhi del cliente. Presentarli in piano non è efficace risultano piatti e poco leggibili. Insomma animateli, sospendeteli, usate la forza della trimidensionalità. Usate la luce, come i gioielli , i bijou brillano quindi vanno illuminati. Per renderli più preziosi potete concentrare sul prodotto la luce e lasciare zone di ombra. Come in un teatro un uso sapiente della luce porta l’occhio del cliente leggere i dettagli. E un pò di buio fa sognare. E i gioielli ed i bijou sono accessori, ornamenti:  li acquistiamo per noi, per regalarli . Appartengono alla sfera dei desideri dei sogni, non dei bisogni. Fate un ragionamento sui colori delle pietre, sui materiali, sui mettali e i materiali. Evitiamo la confusione.  Ragionate sugli stili , sulle diverse lavorazioni e cercate di allestire a gruppi, così da fare una proposta totale per il cliente: anelli, orecchini  e collana nello stesso stile.  Oppure una logica di raggruppamento per funzione : anelli assieme sempre creando piccoli gruppi per stile o materiale . Ci sono magari pezzi importanti  per prezzo , per novità, design che invece vanno presentati da soli. Il visual merchandising chiama  questa tecnica di allestimento  “isolamento“: una collana importante presentata da sola, per focalizzare l’attenzione del cliente e creare un desiderio.  Ricordate sempre che la percezione visiva dice che noi vediamo a gruppi, quindi raggruppate i prodotti  dello stesso designer o che soddisfano lo stesso  bisogno/  desiderio :  tutte le fedi nuziali assieme in una stessa teca, struttura espositiva , ma sempre per logica di prezzo, target, cliente e lavorazione.

Una mostra per ispirarvi

A Palazzo Reale , www.palazzoreale.it , in occasione dela settimana milanese della Moda Donna,dal 19  febbraio al 2 marzo 2016 , è stata allestita nelle splendide Sale degli Arazzi la mostra  “L’ARTE DEL BIJOU ITALIANO”, che ripercorre la storia degli accessori più glamour dagli anni ’50 ai 2000. Arte, moda e design si fondono nel percorso di questa mostra, promossa e prodotta da Comune di Milano|Cultura, Palazzo Reale, Fiera Milano e HOMI, il Salone degli Stili di Vita di Fiera Milano,  http://www.homimilano.com/.

Il percorso della mostra, curata da Alba Cappellieri e Lino Raggio.,  si snoda attraverso bijoux d’autore dagli anni Cinquanta al Duemila, ripercorrendo la storia di questo prezioso accessorio attraverso 300 pezzi unici firmati da stilisti e designer di fama internazionale. Un viaggio nel tempo che porta i visitatori alla scoperta delle creazioni realizzate per grandi stilisti come Giorgio Armani, Ugo Correani, Gianfranco Ferrè, Franco Moschino, Luciano Soprani, Valentino, Gianni Versace. Una fonte di idee, storie ed ispirazioni per i visual merchandiser.

Foto credit Fiera Milano 

 

 

Flagship store il successo del format

Milano celebra il ritorno dei  flagship store nel 2014 H&M ha aperto  in Duomo a primavera 2015 il flagship store di Mango e ora il flagship store di OVS che ha inaugurato venerdì 11 settembre in corso Buenos Aires 21,  uno spazio enorme di 2860 mq. con una facciata impotente che domina la via commerciale. Lo spazio racchiude tutti i category OVS, la donna al piano 0, l’uomo al primo piano dove si accede con una scenografica e visibile dall’esterno scala mobile. Mentre il bambino, con l’intimo donna trova spazio al -1. I percorsi sono chiari e ampi e facilitano l’accesso a tutta la superficie.  Nella zona donna trova spazio il coloratissimo progetto di profumeria Shaka, insegna in house di OVS. Ogni piano ha una propria zona cassa per facilitare la ” shopping experience” al cliente. La zona davanti alla cassa è caratterizzata da strutture a terra che presentano accessori dedicati ad ogni category per una vendita d’impulso, mentre i clienti sono in fila per pagare.
OVS MILANO BUENOS AIRES_8405Nel flagship store OVS la comunicazione in store è affidata oltre alle directory di reparto a grandi pannelli retro-illuminati che riprendono le immagini delle campagne media e creano punti focali che attraggono da lontano l’occhio del cliente. In prossimità i reparti sono caratterizzati da molti punti display con manichini che suggeriscono out-fit diversi. Molto bello nel bambino il reparto dedicato ai giocattoli e la coloratissima parete con tovaglie, bicchieri, piatti per i più piccoli. Completa il category su cui OVS non teme confronti una selezione di piccola puericultura. Con il flagship store di Corso Buenos Aires OVS continua il percorso di customer experience omnichanel  experience omnichannel sviluppata in collaborazione con Google For Work e già testata in via Dante. Camerini virtuali e Interactive Kiosk sono presenti al piano donna, mentre una “Magic Room” anima lo spazio bambino. Il nuovo concept “All For Kids” ospiterà la nuova piattaforma “Play Your Look”, un’esperienza digitale che permette al bambino di sperimentare il proprio stile musicale facendo letteralmente suonare i capi. Il flagship store OVS rende disponibile al cliente una completa “digital shopping experience”: con assistenti alla vendita muniti di iPad, servizio click & collect (ordine online e ritiro capi gratuito in negozio), APP dedicata che consente di accedere ad ogni tipo di informazione riguardante i prodotti, ricevere notifiche personalizzate con logiche di proximity marketing grazie agli iBeacon, collezionare virtual point con la OVSCARD e pagare direttamente dal proprio smartphone, e l’esperienza ludica delle Google Glass Treasure Hunt, cacce al tesoro a realtà aumentata. Non poteva mancare nel flagship store OVS il valore della sostenibilità, il building è stato progettato applicando i più avanzati concetti di sostenibilità secondo gli standard previsti per l’ottenimento della certificazione del protocollo internazionale BREEAM (Building Research Establishment Environmental Assessment Method). Sono stati introdotti i criteri di tracciabilità dei materiali adottati, controllo del ciclo di vita dell’intero negozio, riduzione del 30% dei consumi elettrici e del 40% di quelli idrici, interventi finalizzati al miglioramento del comfort interno.  Il progetto architettonico è stato realizzato da OVS con la collaborazione di Vincenzo De Cotiis Architects.

Giappone , arte dell’aquario

Il Giappone è molto presente in Expo 2015, il suo padiglione è tra i più visitati e unisce tradizione e tecnologia . Il Giappone offre molti stimoli per chi si occupa di retail e di visual merchandising per l’estrema attenzione all’estetica ma per la cura del dettaglio , esempio di questa ricerca , una costante tensione alla perfezione , spesso partendo dall’osservazione della natura è una esposizione , dall’allestimento emozionante che offre un percorso sensoriale ed avvicina attraverso le emozioni alla cultura del Giappone. “Art of Aquarium”, www.artaquarium.it ,  ha sede in un bellissimo palazzo liberty in via Clerici 10 a milano è stata inaugurata il 28 maggio 2015 e resterà aperta fino al 29 agosto.

Art Aquarium a Milano

Art Aquarium a Milano , “Byouburium”

La mostra che esce per la prima volta dal Giappone mette in scena l’arte vive del pesce rosso, il Kingyo simbolo di fortuna e prosperità. Acquari e istallazioni danno origine a spettacoli di luci, musica e colori , profumi ancora più esaltate dal buio che caratterizza le bellissime sale . L”artista Hidetomo Kimura creatore di questa straordinaria esposizione ha affermato “in Art Aquarium c’è la bellezza creata dalla natura”. le istallazione dove la danza di pesci rossi si sposa con la tecnologia rappresentano alcuni simboli della cultura del Giappone, l’arte del kimono KyoYuzen , nell’istallazione Kimonorium, i fiori del ciliegio nella vasca Sakura-rium . Venini prestigioso marchio veneziamno del vetro ha realizzato la boccia Kingyo per Hidekomo Kimura , ispirata ai flessuosi movimenti del pesce rosso. A completare questa immersione nel mondo del Giappone per tutto il periodo di apertura “Art Aquarium ” sarà affiancata da altri appuntamenti culturali e degustazioni  per far conoscere e celebrare la cultura del Giappone ed in particolare Kyoto, che è stata la capitale del Giappone fino al 1854.

New store

Anche gli store indipendenti , nati dalle idee di imprenditori autonomi danno moltissimi spunti. Gli store indipendenti per avere successo devono  essere nuovi e originali. Individuare un target di clienti, trasmettere valori e scegliere per lo store una buona location. Una struttura di location bella ed emozionale e in una zona interessante per il target , anche decentrata , ma accessibile con più mezzi . Partiamo dal consumatore oggi : ha poco tempo, risparmia , vuole socialità e relazioni , ha idee e valori. E’ attento ad un consumo consapevole, sostenibile. Vive in città . Si può rispondere con uno uno store, uno spazio relazionale ,  che incroci al suo interno e proponga prodotti e servizi diversi uniti da un valore . Uno store piacevole, per location , accessibile con una mobilità bici, mezzi pubblici a basso impatto ambientale  In una città come Milano l’idea di luoghi dove trovarsi per acquistare , consumare ,  ma anche coltivare un hobby o prendersi cura di sè nello stesso tempo è sempre più forte. Il tempo è poco e va vissuto bene. Milano non è una città “green” o sostenibile , ma l’interesse per tutto ciò che va in questa direzione è molto forte. Vi vogliamo parlare di un’idea di uno spazio appena aperto che unisce un mercato in forte ascesa la bicicletta , assieme ad una passione italiana il vino , meglio se accompagnato da una selezione di prodotti del territorio. Il tutto coniugato con una mobilità sostenibile e un acquisto vino sfuso “high quality , right price” a basso impatto ambientale .  Da questa idea nasce un nuovo “store” o meglio uno spazio, da visitare. Ciclosfuso in via Vigevano 43. www.ciclosfuso.com .www.ciclosfuso.com

Lo store si sviluppa su 230 mq. in un bellissimo spazio industriale. qui si incontrano due mondi la bicicletta e il vino ( con cibo) . Tradizioni culinarie , e la sana ecologica bicicletta , mezzo di trasporto urbano e passione sportiva. Infatti accanto alle belle botti che contengono vino sfuso, quindi meno vetro ma anche qualità ad un costo più accessibile , c’è una ciclo-officina dove un meccanico esperto aiuta a mettere a nuovo o revisiona bici. Oppure si possono acquistare le bici della linea “Ciclosfuso” personalizzabili in tutti i dettagli o scegliere tra brand come Cinelli , Willier Triestina e Tern. Link : www.cinelli.it,www.willer.it,www.ternbicicles.com.

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