Expo 2015 e pop up store

Grazie a Expo 2015 Milano , nei prossimi mesi sarà una vetrina internazionale. Visitatori, curiosi,addetti ai lavori ,stampa la visiteranno dagli spazi espositivi , alle vie commerciali, ai locali dell’aperitivo e del food, protagonista di Expo 2015 . Ospiterà grandi mostre . Una grande opportunità di visibilità per i brand . Location e tempo sono , assieme a target la ricetta del successo di un pop up store. Ne vedremo sicuramente di belli nei prossimi mesi.  Nel progettare un pop up store si deve scegliere un luogo o un momento dove siano presenti i nostri clienti target , consumers , business o entrambi . Quindi occasioni fiere ed eventi culturali, sono il tempo giusto per realizzare un pop up store. Quando la vetrina è importante sono molti i brand che decidono di esserci, con il rischio che il nostro pop up store si perda.l punto di vista del visual merchandising si perda.Come fare un buon pop up store in vista di Expo Milano 2015? Idee forti dal  pop up store di Arjoweggings Creativa Papers http://www.arjowiggins.com.L’azienda è partita prima di Expo milano 2015 con il Pop ‘up Exhibitions , un pop up itinerante . A Milano la scelta della location in Zona Tortona, Galvanotecnica Bugatti,uno spazio industriale convertito a location temporanea,  http://www.galvanotecnicabugatti.it/.  3 giorni di apertura dal 19 al 21 marzo . Il pop up store già realizzato a  Parigi e Barcellona dopo Milano, sarà ad aprile Londra, a maggio ad Amsterdam e a Berlino a giugno. Obiettivo del progetto è raccontare, attraverso l’esposizione di 150 progetti realizzati, le infinite potenzialità che carta e design hanno in ambito comunicativo. Presenta lavori realizzati per clienti  di 30 paesi diversi. La location è  uno spazio industriale storico riqualificato, dalle idee dell’architetto Luigi Caccia Dominioni. Si trova al centro di una zona dedicata al design e protagonista degli eventi del Salone e Fuori Salone del Mobile.http://www.fuorisalone.it/2015/L’allestimento molto suggestivo. Nella sua semplicità permette di vedere i progetti realizzati e le diverse tipologie di carta,  per alcuni tra i più importanti clienti di Arjowiggins Creative Papers. Il punto di forza è avere creato un evento prima di Expo 2015 Milano, quando già in città iniziano ad arrivare gli addetti ai lavori , ma non ci sono così tanti eventi da confondere e riempire le agende. Time e location parole chiave per un pop up store di successo.

Vetrine

Retail design

Il retail design fa la differenza in un mondo dove luoghi e tempi di acquisto sono infiniti. Come consumatori ci nutriamo di emozioni , anche perché le opportunità di scelta , di prodotti , canali si pensi al web sono infinite. Ormai si può acquistare 24 ore su 24 , in una multiplecità di luoghi . Il commercio è ovunque , ci segue sui nostri dispositivi mobili, mentre viaggiamo , il canale del travel retail, a casa in qualche caso possiamo comperare mentre lavoriamo. Non c’è pausa non c’è tempo ne confine tra tempo di vita e tempo di consumo. E’ quasi un labirinto dove perdersi è facile , dove come clienti rischiamo di perdere il filo. La differenza la fa il retail design il progettare gli spazi . Gli store sono tanti , belli , pieni di luce , musica e colore , a volte invitanti a volte respingenti. Dipende dalla progettazione, dal retail design  che non è solo progettazione dello spazio, ma dalle esperienze che si progettano, non per i consumatori, ma attorno ai clienti.

Lo storytelling, disciplina o meglio strumento trasversale di marketing, progettazione ed organizzazione aiuta il retail. Di “storytelling” in italiano la traduzione non è molto felice, diventa raccontare delle storie, ma è preferibile tradurla con arte della narrazione, capacita di sviluppare racconti. Il racconto è strumento di elaborazione e di fondazione sociale ed individuale. Il racconto è fascinazione perché stimola emozione e capacità cognitive assieme. Nel retail lo storytelling significa che le aziende ed i marchi attraverso gli spazi commerciali devono saper raccontare e raccontarsi attraverso storie, storie come sceneggiatura che diventano vetrine, strutture espositive, scelte di allestimento e presentazioni dei prodotti. Magari partendo dalla trama ed ambientazione di un film .

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Il nuovo concept Sisley Rich&Raw

Il 19 marzo Sisley www.sisley.com  ha riaperto il flagshipstore di S.Babila a Milano, con un nuovo concept Rich&Raw . Lo spazio è stato “stravolto” negli elementi di retail design .Il  concept precedente  era molto minimal, lineare, dominato dal colore bianco.  Il nuovo “concept”  è molto scenografico, ricco di riferimenti culturali e citazioni cinematografiche.  La collezione è  presentato con un visual merchandising molto originale e dinamico. Il retail design è ispirato da  un film,  “The Dreamers “ di Bernardo Bertolucci. Gli elementi di retail design e visual merchandising ricordano  un appartamento parigino d’epoca, lussuoso ma vissuto da studenti , il tempo la stagione del 1968.  Parigi e il 1968 appartengono al racconto, alla storia di Sisley.  E’ un’ottima idea raccontare una storia, sviluppare un concept proprio a partire da dati reali del brand. Sisley infatti debutta proprio a Parigi nel 1968, con una collezione di denim e solo in seguito entra nell’orbita del Gruppo Benetton , www.benetton.com . Il Sisley di San Babila ha un allestimento caratterizzato da un “disordine” studiato . I capi sono manipolati , appoggiati su tavoli, sedie.  Un armadio bello ma con aria vissuta , contiene le taglie non esposte . Retail design che coniuga estetica e funzionalità . Il percorso è animato da molti elementi di decoro e oggettistica, elementi eterogenei che stimolano l’attenzione del cliente in tutta la “shopping experience” e aumentano la permanenza in store. Lo spazio si presta ad essere location di eventi Come quello di ieri 15 aprile , http://it.sisley.com/salone-del-mobile/, in occasione del Salone del Mobile. Le vetrine di Sisley S.Babila  presentano “Toi et toi-même”, un istallazione di Sam Baron, il tema lo specchio.

 

Department Stores a Milano

L’ esplorazione dei department stores a Milano stimola chi si occupa di visual merchandising.  I più famosi sono Rinascente Duomo, www.rinascente.it/ , Coin in Piazza   5 giornate http://www.coin.it/stores/milano-piazza-cinque-giornate  , Excelsior Milano http://www.excelsiormilano.com/it  e l’ultimo  building  aperto è Brian & Barry in San Babila http://www.brianebarry.it/.

Brian Barry Milano 

Il building ha aperto circa un anno in piazza  San Babila accanto al Quadrilatero della Moda e a Corso Vittorio Emanuele:  la principale via commerciale della città dove si affacciano le vetrine e gli store di brand italiani e internazionali . La particolarità è il building,  che diventa la vetrina ed una superficie importante di 6000 mq.  distribuiti su più piani. Per i visual merchandiser , una struttura complessa su più piani con opportunità e limiti.  Un ampio spazio è dedicato al food.  Eataly, http://www.eataly.net/it_it/negozi  è assieme a Sephora, www.sephora.it  uno dei main partner del progetto.  In Brian & Barry sono 6  le principali categorie merceologiche : food & beverage, abbigliamento ed accessori, home decor, profumeria, tecnologia, orologeria, e gioielleria. Una superficie complessa con molti e diversi marchi presenti attrae il consumatore , sopratutto di passaggio e  offre stimoli  per il visual merchandising. Il  department store offre al cliente un’autentica esperienza di shopping, infatti in  un unico spazio il cliente , sopratutto straniero e di passaggio, a Milano per Expo può acquistare in breve tempo e in un unico spazio merceologie diverse.

Un retail tour 

Un retail tour che includa Brian & Barry ed altri deparment store permette, a buyer , visual merchandising , retail manager  di cogliere spunti da settori diversi dal food al fashion in un unico luogo , in breve tempo.  da osservare:  chiarezza espositiva,  reddittività dello spazio, traffico e comunicazione in store.

La sfida 

Gli  store si vivono con il corpo ed i sensi,  una superficie grande e complessa , che si sviluppa su più piani permette al cliente di personalizzare il percorso, magari saltando i piani che non interessano ma di fruire di un’esperienza più interessante e stimolante.  Ogni piano è un mondo a sè con arredi, stimoli sensoriali, materiali propri. Cosi ad ogni ingresso, allo sbarco delle scale mobili per esempio, il cliente è sorpreso, stimolato ed incuriosito e la sua disponibilità all’acquisto aumenta.L’ importante è che riesca ad orientarsi da solo tra le varie proposte, così la comunicazione in store diventa ancora più importante.  Materiale POP , directory di reparto, interazione tra punti focali e punti display sono gli strumenti  per creare  la mappa del percorso.  La sfida: un visual merchandising che renda piacevole ed aumenti la permanenza del cliente in store, se si sta bene fisicamente si è più disposti a vedere, provare e quindi acquistare.

Spero di avervi incuriosito e se volete sperimentare il format department store seguitemi.